L'Europa delle capitali
malinconica che il futuro diverrà a sua volta passato oltre il sipario della morte (Et in Arcadia ego); all'opposto, Rubens precipita l’esperienza del
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; Rubens e Jordaens non vedono il motivo di separare, perfino nelle figurazioni storico-religiose o allegoriche, il bello ideale dal bello sensuale; van
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Rubens va oltre: gli affetti umani, la “passione della vita” non conoscono limiti di tempo e non hanno un passato, un presente, un futuro. Le
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brutalmente vitali, come Rubens, Jordaens, Frans Hals: essi riducono tutto al presente, all’istante, ma proprio perciò il problema del prima e del poi si
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natura è metafisica; non Rubens anche se il suo vitalismo è cosmico, universale. Costoro sono certamente elementi essenziali di una situazione storica
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I due artisti hanno una cultura europea: Rembrandt è, direttamente o no, in rapporto con Caravaggio, i veneti, Rubens e, attraverso Elsheimer, i
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, il momento della più lucida coscienza e non dell'incontrollata passione. In questo, appunto, si oppone a Rubens, che pure ha avuto un'influenza
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dell'evento: lo spazio è fatto dai moti simmetrici delle figure. Alla contraddizione di particolare e universale il Rubens trova una soluzione, che sarà
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prima, Rubens la seconda. L’antitesi si fa serrata, dilemmatica, tra Rembrandt e Vermeer: storia senza protagonisti, spazio senza oggetti nel primo
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freddo, per la variazione qualitativa di due toni affini, per l’estensione, l'intensità, la durata di una macchia colorata. Rubens riduce i tempi
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“altro”, la condizione di parità, il dialogo. Lo intuisce, per primo, Rubens; ma il terreno dell’incontro è ancora quello delle idee generali, della
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Alla radice della tradizione del paesaggio “ispirato'è Adam Elsheimer che, a Roma dal 16o6, influisce sul Saraceni, sul Rubens, sul Tassi e
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brillante, ma è un istante. questa la visione che Rubens dinamizza investendola con un torrente di luce e un turbine di moto: tutto diventa interessante
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Anche la natura agisce, dice Rubens; anche la, natura patisce, è la risposta di Rembrandt. Dalla malinconia ispirata di Elsheimer Rubens sviluppa il
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forza d'appello. Su che cosa? Non sull’immaginazione: se la pienezza, la ridondanza visiva di Rubens ha uno scopo, è di soddisfare l’immaginazione e di
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esempi di “storia” (basti pensare a Rubens e a Rembrandt), e non di rado vediamo gli stessi artisti impegnati nelle due ricerche, che rientrano, per
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’autorità, la dissolve: quando Rubens incarna le grandi idee in fiorenti corpi femminili, indubbiamente antepone l’interesse della comunicazione al livello
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della pittura, e in primo luogo il colore, debbono essere accentuati. anche la convinzione del Rubens, che, attivo a Roma nei primissimi anni del
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’Ignazio o di Rubens v'è in primo piano, di scorcio, l'indemoniato; sulla gradinata i devoti implorano la grazia; sull’altare il santo invoca
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